Franchising, un settore che tiene
Il Governo e il Parlamento si interessano del mondo del franchising mentre un sondaggio scopre che...
di Nicodemo Angì | 21 settembre 2012
da: www.i-dome.com
Il mondo del franchising registra con una certa soddisfazione un'apertura d'interesse verso il settore da parte della massime Istituzioni Italiane. L'occasione è stata la presentazione di un sondaggio, svoltosi nel Luglio di quest'anno ad opera di Confimprese, BeTheBoss e QuiCKFairs. I risultati sono stati presentati dal tandem Giuseppe Bonani di BeTheBoss.it e Mario Resca, presidente di Confimprese. I commentatori erano esponenti governativi direttamente coinvolti nella questione: il vice presidente della X Commissione Permanente Lavoro del Senato Tiziano Treu; Giuseppe Capuano della Direzione Generale PMI del Ministero dello Sviluppo Economico mentre la Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati era rappresentata dal vice presidente Raffaello Vignali.
Resca ha precisato che la rete dei punti vendita in franchising ha retto all'urto della crisi, dato che in Italia il fatturato del settore è cresciuto dello 0,6 % nell'annus orribilis 2011, arrivando a 22 miliardi. L'importante cifra è derivata dall'attività di 54.000 punti vendita affiliati a 1000 franchisor, per una forza lavoro di 186 mila addetti. Cifre importanti ma che lasciano intravedere ancora margini di espansione: se negli USA c'è un negozio in franchising ogni 389 abitanti nel nostro paese la penetrazione di quest'attività è tre volte inferiore, attestandosi a un punto vendita ogni 1.125 abitanti.
Chi sono gli imprenditori in proprio?
Vediamo ora i risultati del sondaggio che è stato ottenuto per mezzo di un questionario, compilabile anche via Internet, ai contatti del database di BeTheBoss.it (forte di oltre 90.000 soggetti). I destinatari erano franchisee, sia operativi sia in attesa di iniziare l'attività, e circa 900 franchisor, ossia i proprietari dei marchi che vengono dati in franchising. I questionari sono stati letti effettivamente da 14.700 utenti e 200 franchisor mentre le risposte sono state 1.073 e 130 rispettivamente.
Il campione dei franchisee e aspiranti tali è alla fine risultato essere composto dal 72,3% di uomini e per il 27,7% da donne; la relativa gioventù di questi imprenditori è dimostrata dal peso della fascia di età 30 - 49 anni, che vale il 68,9% del totale. La formazione dei rispondenti è medio-alta: il 68% ha un titolo di scuola superiore mentre il 19,6 % ha una laurea o un master. I dati di residenza di chi ha risposto sono piuttosto sbilanciati verso il Centro e il Sud, aree che coprono il 61,8% del campione, mentre il 38,2% ha la residenza nel Nord Italia. Alla fine il campione dei franchisee è risultato essere composto da 646 persone interessate ad affiliarsi ad una rete di franchising (60% del totale, 267 imprenditori già in attività (25%) e 160 individui che per vari motivi hanno abbandonato l’idea di mettersi in proprio (15%).
Un dato accomuna le risposte: sia i franchisor sia i franchisee (già avviati o in attesa di avviamento), seppur con percentuali diverse, vedono nella burocrazia eccessiva e macchinosa e nelle difficoltà di accesso al credito gli ostacoli principali nell'avvio dell'attività. Quest'ultimo punto viene ritenuto come l'ostacolo principale dal 75,5% dei franchisor ed il 60% dei franchisee ed è per questo che il mondo del franchising ritiene che il potere legislativo debba legiferare per spingere gli istituti di credito a sostenere questo tipo di imprenditorialità.
Difficoltà e soluzioni
Scorporando i dati si riscontra che il 29,6% del campione dei franchisor chiede un'energica riforma legislativa che riduca i passaggi burocratici che le imprese debbono effettuare, il 33,3% chiede leggi che addirittura impongano alle banche di finanziare iniziative imprenditoriali anche prive di garanzie mentre il 25,9% pensa che lo Stato debba agevolare i finanziamenti alle persone che intendano aprire un'iniziativa in proprio.
Esaminando le risposte ci si rende conto che le questioni considerate come urgenti sono simili: riduzione o eliminazione degli ostacoli burocratici (30,4 % e 38,2 rispettivamente), agevolazioni statali per finanziare chi vuole lavorare in proprio (28,8 % e 16,8%) e interventi legislativi per facilitare l'accesso al credito (16,4 % e 22,7 %).
Dai risultati del sondaggio emergono quindi le solite tare del Sistema Italia: burocrazia ipertrofia e poco efficiente, accesso al credito difficoltoso e, aggiungiamo senza tema di smentita, carenza delle infrastrutture, sia fisiche (trasporti) sia “logiche”, quali la scarsa diffusione dell'ADSL di qualità.
Giuseppe Bonani ha evidenziato l'alta percentuale dei rispondenti che è all'oscuro riguardo le recenti semplificazioni varate dal Governo: il 47,1% non conosce in dettaglio il decreto sulle liberalizzazioni (che consente, ad esempio, ai giovani con meno di 35 anni di fondare una S.r.l. con un capitale di 1 euro) mentre il 45,4% non ha mai sentito parlare della possibilità di presentare l’inizio di un'attività per via telematica.
L'onorevole Raffaello Vignali ha invece illustrato i canali d'intervento del settore pubblico e di quello privato. Il primo attraverso il Fondo Centrale di Garanzia o le agevolazioni per le start up mentre il secondo tramite accordi di associazione con le banche, come fatto proprio da Confimprese (Associazione delle imprese del commercio moderno, quali franchising, gdo e le reti dirette) con Unicredit ed altri istituti.
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